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Coibentazioni Isolamenti termici

Legge
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Circolare 25 novembre 1991, n. 23
MINISTERO DELLA SANITA'

Usi delle fibre di vetro isolanti. Problematiche igienico- sanitarie. Istruzioni per il corretto impiego

Allegato
Capitolo I - Le fibre di vetro: Identità - Proprietà chimiche e fisiche - Produzione - Caratteristiche manufatti - Tipi di utilizzazione - Esposizione umana - Concentrazioni ambientali - Metodiche analitiche
Capitolo II - Valutazioni igienico- sanitarie ed ambientali
Capitolo III - La legislazione

Capitolo IV - Conclusioni e proposte operative

omissis

Nell'ambito della famiglia delle fibre minerali artificiali, quelle di vetro sono senza dubbio tra le più diffuse essendo largamente impiegate soprattutto nel settore dell'edilizia sia pubblica che privata per gli isolamenti e per gli impianti di aerazione.
Tale impiego comporta, tuttavia, che sia tenuto sotto controllo di problema dell'esposizione dei lavoratori che operano nelle industrie produttrici di dette fibre e dei relativi manufatti o che provvedono alle successive fasi di assemblaggio, di manutenzione oppure di demolizione.

Va inoltre considerata con attenzione l'esposizione potenziale alle dispersioni ambientali di tali fibre da parte della popolazione che risiede negli ambienti in cui siano stati utilizzati manufatti costruiti utilizzando le fibre minerali artificiali di cui sopra.
Con maggiore frequenza, da parte di operatori sanitari delle UU.SS.LL., o da parte di istituzioni pubbliche e private si posto il quesito a questo Ministero per conoscere quali siano, sotto il profilo igienico-sanitario, gli eventuali problemi connessi all'uso o all'esposizione passiva alle fibre di vetro contenute in tali prodotti o manufatti.

Il maggiore dubbio sollevato in tali quesiti se tali fibre possano comportare un rischio per la salute umana paragonabile a quello posto dalle fibre di amianto.
Proprio allo scopo di fare chiarezza su tale delicato aspetto questo Ministero ha innanzitutto richiesto uno specifico parere da parte della Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN) la quale, dopo attento esame della problematica, ha espresso il proprio avviso nel luglio 1990 (tale parere stato riconfermato nel luglio 1991).

Sulla base di tale parere questo Ministero ritiene di poter innanzitutto affermare che non sia giustificato sotto il profilo scientifico porre sullo stesso piano le fibre di amianto e le fibre di vetro e che di conseguenza non sia appropriato ipotizzare per queste ultime misure cautelative di livello pari a quelle che si pongono per le prime.
L'utilizzazione delle fibre di vetro Può comportare peraltro taluni aspetti di natura sanitaria da disciplinare opportunamente, al fine di assicurare, attraverso un corretto impiego dei manufatti ottenuti con tali fibre, un sufficiente livello di tutela della salute pubblica (dei lavoratori e della popolazione in genere), nonché di salvaguardia dell'ambiente.

Pertanto questo Ministero ha elaborato, con l'ausilio di un gruppo di studio ad hoc, il documento tecnico allegato alla presente circolare, in merito al quale stato anche acquisito il parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità .
Tale documento rappresenta lo strumento di riferimento per il corretto impiego delle fibre di vetro sotto il profilo igienico-sanitario ed ambientale sia per gli operatori del settore che per le pubbliche autorità chiamate ad esercitare azioni di controllo e di vigilanza nella materia di che trattasi.

Questo Ministero a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti o precisazioni, nonché per l'approfondimento e lo studio di eventuali problemi di natura tecnica che dovessero emergere a seguito dell'applicazione della presente circolare.

ALLEGATO
CAPITOLO I - LE FIBRE DI VETRO: IDENTITÀ - PROPRIETÀ CHIMICHE E FISICHE - PRODUZIONE - CARATTERISTICHE MANUFATTI - TIPI DI UTILIZZAZIONE -ESPOSIZIONE UMANA - CONCENTRAZIONI AMBIENTALI - METODICHE ANALITICHE.

1. Identità.
Le fibre minerali artificiali vetrose (MMVF), vengono prodotte partendo da materiali come vetro, rocce naturali o altri minerali. Esse vengono classificate facendo riferimento al materiali di partenza.
La lana di scoria, la lana di roccia e la lana di vetro o i filati di vetro sono prodotti da loppe, rocce naturali o vetro, rispettivamente.

2. Proprietà chimiche e fisiche
Mentre le fibre naturali hanno una struttura cristallina, le fibre minerali artificiali in esame sono costituite da silicati amorfi.

Esse normalmente sono addittivate con un legante ed un olio per la riduzione di polveri e per migliorarne la manipolazione.
Le fibre tessili invece possono contenere speciali appretti agenti in superficie in funzione antiabrasiva.
Le fibre destinate ad usi particolari possono essere prodotte anche senza alcun additivo.
Una caratteristica delle fibre di vetro, che le differenzia dalle fibre minerali naturali (in particolare dall'asbesto), consiste nell'impossibilità di separarsi longitudinalmente in fibrille di piccolo diametro. Esse si spezzano solo trasversalmente producendo frammenti più corti. Di conseguenza i diametri delle fibre a cui possono essere esposti lavoratori ed utilizzatori dipende solo dalla distribuzione dimensionale dei diametri nel manufatto originale, mentre le lunghezze sono influenzate dal tipo di interventi meccanici cui viene sottoposto il manufatto.

Inoltre il materiale vetroso va incontro a processi di lisciviazione, cosicché la sua durabilità (capacità cioé di un composto di rimanere inalterato nei liquidi biologici) al contrario di quella degli asbesti, limitata nel tempo. La valutazione del significato, in termini sanitari, della durabilità del materiale vetroso tuttora oggetto di discussione nella comunità scientifica, e si richiedono ulteriori ricerche per giungere a conclusioni definitive.

3. Produzione
In base a quanto rappresentato dagli operatori del settore risulta che i moderni processi produttivi della lana di vetro sono molto simili fra loro come principio di funzionamento; essi per differiscono per le caratteristiche dei materiali primari, per i controlli e per l'automazione dei sistemi di mescola e per particolari tecnici, molti dei quali brevettati o sottoposti a segreto industriale. L'elemento come costituito da un sistema di dosaggio e mescola dei componenti, da un forno continuo generalmente elettrico, da un crogiolo provvisto di canali di alimentazione, dalle macchine di fibraggio e dai sistemi di assiemaggio e rifinitura della fibra in relazione al tipo di prodotto richiesto.

In base ai dati forniti dagli operatori medesimi:
- l'andamento della produzione nazionale e del mercato di fibre di vetro isolanti nel periodo 1986-1990 risultato essere il seguente:
- la distribuzione produttiva relativa al 1990 (detto valore nel periodo 1986-1990 rimasto, in percentuale, sostanzialmente immutato) risultata essere la seguente:

(*) Alta densità
(**) Bassa densità

4. Caratteristiche dei manufatti
I campi di applicazione delle fibre e dei relativi manufatti sono definiti dalle specifiche caratteristiche:
1) temperature massime di impiego: dipendono dal tipo di materiale con cui costituita la fibra e dal tipo di appretto. Sotto questo aspetto le lane minerali presentano temperature di impiego pi elevate. Le fibre di vetro nude possono lavorare fino a temperature dell'ordine di 550iC, mentre quelle apprettate presentano valori massimi legati al tipo di resina utilizzata;
2) conduttività termica: migliora al diminuire del diametro delle fibre e presenta un valore minimo ad una densità definita in relazione alla temperatura media di impiego. Il materiale non fibrato che costituisce una zavorra inefficiente e fastidiosa nella manipolazione dei manufatti, sempre presente nella lana di roccia e di scorie e totalmente assente in quelle di vetro di buona qualità ;
3) consistenza del materiale fibrato: l'apprettatura e successiva polimerizzazione costituiscono un legame fra le fibre fornendo una rigidezza, una coesione ed una dimensione al manufatto finale.
La tecnologia attuale della produzione della fibra di vetro permette di ottenere un prodotto ottimizzato sotto molteplici aspetti.
La composizione chimica delle materie prime di carica del forno scelta e rigorosamente controllata durante la produzione, al fine di ottenere un magma di viscosità appropriata per un corretto fibraggio ed un prodotto chimicamente inerte e stabile nel tempo.
Il diametro delle fibre scelto sufficientemente piccolo per motivi di conduttività termica, di isolamento acustico e di morbidezza del prodotto.
Lo spettro dei diametri e la percentuale di materiale non fibrato rappresenta un elemento importante di giudizio sulla bontà del materiale fibrato. In ogni caso negli ambienti di produzione, per maggiore tranquillità , vengono applicati aspiratori e filtri nelle zone dove la lavorazione Può produrre la liberazione di spezzoni di fibre sotto forma di polvere.

MANUFATTI IN FIBRA DI VETRO
Per le applicazioni nei settori dell'edilizia e dell'industria viene prodotta e messa sul mercato la seguente gamma di manufatti:
Manufatti resinati.
Feltri.
Pannelli leggeri.
Pannelli pesanti.
Coppelle.
Stampati.
Manufatti non resinati (per tubazioni ed apparecchi ad alta temperatura).
Feltri trapuntati su supporti vari.
Lana sciolta.
Fibre nodulate (per riempimento intercapedini).
In particolare il materiale che l'industria propone per le applicazioni si trova sotto una delle seguenti forme:

a) materiale sfuso costituito dalla fibra apprettata con olio minerale; quest' ultimo rende il prodotto più gradevole al tatto ed ha funzione antispolverio;
b) feltro costituito da fibre trattate con resine termoindurenti, nudo o incollato su uno o due supporti costituiti da polipropilene metallizzato, carta kraft bitumata o politenata, velo di vetro ecc.;
c) feltro trapuntato costituito da fibre apprettate con olio minerale e fissate per trapuntatura a vari tipi di supporto (rete metallica e supporti vari);
d) pannello costituito da fibre trattate con resine termoindurenti, a volte nudo o incollato su uno o due lati a supporto del tipo di quelli usati per il feltro; la rigidezza del pannello dipende dalla densità apparente del manufatto e dalla percentuale di resina adottata;
e) coppelle manufatti cilindrici costituiti da fibre trattate con resine termoindurenti disposte tra cilindri concentrici;
f) conglomerati di fibre minerali con composti organici (quali collanti, amidi, cellulosa, perlite, ecc.) con decori superficiali e strati di vernice su entrambe le facce e sui lati, costituenti manufatti usati nell'architettura di interni (pareti e controsoffittature sospese).


I materiali isolanti vengono dotati, in fase di produzione od in fase di messa in opera di accessori e rivestimento estetico protettivi quali ad esempio: veli di vetro colorati e/o films in PVC per controsoffitti, veli di vetro per rivestimento interno di canali, lastre di cartongesso per contropareti, sacchetti in politene o similari per manufatti destinati ad essere usati su doghe forate o direttamente appesi in ambiente (baffles).

5. Tipi di utilizzazioni del materiale in lana di vetro, ecc.

Il materiale semilavorato descritto Più essere installato nei seguenti casi:
A) Isolamento termico di fabbricati

a) Esso si trova inserito entro le pareti esterne di un edificio; protetto, o comunque non esposto su tutti i lati da due muri, da un muro e da una lastra di cartongesso o similare per applicazioni dall'interno, da un rivestimento leggero per isolamento dall'esterno.
b) L'isolamento delle coperture effettuato con feltri stesi nei sottotetti non praticabili sulle solette o nell'orditura del tetto; con materiali pi rigidi per coperture piane o sottotetti praticabili; in questi ultimi due casi un massetto superiore protegge il materiale dai danni provocati dal pedonamento.
c) L'isolamento dei solai sulla superficie inferiore (solai di copertura o pilotis) effettuato con feltri o pannelli sostenuti da una controsoffittatura a volte con contemporanee caratteristiche acustiche.
d) L'isolamento degli impianti effettuato con coppelle, per le tubazioni e di piccoli involucri, e con feltri o materiale sfuso per i grossi involucri, comprese le caldaie; il materiale comunque esteriormente coperto con un materiale plastico o metallico (fasciature in PVC, involucri in PVC o in alluminio o in garza gessata o infine da pannelli di lamiera di acciaio).


B) Applicazioni acustiche
Il materiale ha applicazioni sia nel campo dell'isolamento acustico fra ambienti, sia come assorbitore del suono; nel primo caso si sfrutta la differenza di impedenza fra il materiale fibroso ed un altro materiale rigido posto sul percorso del suono; nel secondo caso si sfrutta l'assorbimento del suono che penetra negli interstizi tra le fibre. Come conseguenza nel primo caso l'applicazione tipica con materiale inserito entro strutture rigide, mentre nel secondo con materiale a vista.

a) Per l'isolamento acustico, il materiale, prevalentemente in forma di pannelli, inserito fra due paramenti di protezione (lastre in cartongesso, fogli in laminato plastico, ecc.) per costituire tramezzi o porte con adeguate caratteristiche di isolante acustico.
b) Per l'assorbimento il materiale, opportunamente trattato in superficie, viene utilizzato come controsoffitto a vista o inserito entro le canalizzazioni degli impianti di ventilazione o condizionamento; un'ultima soluzione quella di disporre i feltri al di sopra di controsoffittature in lamiera forata.


C) Altre applicazioni.
Come pannello in conglomerato di lana minerale e composti organici, con caratteristiche puramente estetiche associate o meno a proprietà acustiche e tagliafuoco, viene usato per la costituzione di pareti o controsoffittature sospese.

6. Esposizione umana
L'esposizione alle fibre vetrose riguarda da una parte gli ambienti di lavoro, dall'altra l'ambiente di vita in generale.
In particolare, per quanto riguarda gli ambienti di lavoro si deve distinguere tra quelli dove si producono le fibre, quindi gli stabilimenti industriali, e quelli dove si effettuano applicazioni industriali, ad esempio, durante le varie fasi di installazione dei manufatti.

Per quanto riguarda le problematiche legate all'inquinamento dell'ambiente di vita, queste sono da mettere in relazione alla sempre pi diffusa applicazione che le fibre di vetro hanno negli isolamenti e negli impianti di aerazione, sia in edifici pubblici che privati.

Situazioni nelle quali si può venire in contatto con le fibre indicate
Le situazioni nelle quali si può venire a contatto con le fibre di vetro sono le seguenti:

a) in stabilimento all'atto della produzione sia della fibra che del prodotto,
b) durante l'immagazzinamento, sia in stabilimento che presso rivenditori ed in cantiere,
c) durante il trasporto del prodotto,
d) durante le fasi di lavorazioni successive alla produzione.
e) durante le fasi di rifinitura del prodotto,
f) durante l'installazione nell'edificio,
g) durante l'uso del fabbricato. Il contatto può avvenire per inalazione di piccoli spezzoni di fibre sottoforma di polvere dispersa in atmosfera o per contatto della pelle con il prodotto.
I piccoli spezzoni di fibra si producono prevalentemente all'atto del taglio dei pannelli o dei feltri e possono essere emessi sia durante il taglio, sia in occasione di movimenti del materiale e che provochino passaggio di aria attraverso le superfici di taglio. In relazione al punto e), durante tali operazioni, anche se di durata limitata nell'arco del turno di lavoro, sono state riscontrate concentrazioni elevate di polverosità . Si tratta di frammenti di lana di vetro, ma anche di particelle che per il loro rapporto lunghezza/diametro >3 rientrano nel campo delle fibre.


Produzione di polveri di fibre durante la lavorazione
La produzione della fibra di vetro oggi effettuata con macchinari altamente meccanizzati e nei quali l'uomo non interviene che come osservatore del buon funzionamento delle attrezzature.
La maggiore concentrazione di fibre in atmosfera si riscontra lungo la linea produttiva con anche una ridotta presenza di fibre di diametro inferiore a 5 micron.
Anche la produzione del semilavorato effettuata da macchine automatiche nelle quali l'uomo supervisiona pi da vicino le operazioni, soprattutto quelle di taglio, dove peraltro sistemi di aspirazione estraggono localmente i residui di taglio e li riciclano all'interno del processo produttivo.

L'imballaggio un'altra operazione nella quale si riscontra la presenza ravvicinata di persone addette.
Ultima zona dove sono presenti fibre in concentrazione simile o superiore a quella della zona produttiva la zona immagazzinamento.

Produzione di polveri durante l'installazione
Le operazioni nelle quali si possono produrre e disperdere in atmosfera polveri contenenti fibre, sono sostanzialmente le seguenti:
Produzione di polveri durante la demolizione di installazioni provviste di materiale in lana di vetro, ecc.

La demolizione di instillazioni od apparecchiature isolate con materiali fibrati può provocare uno spolverio ben superiore a quello in fase di installazione per i seguenti motivi:
a) il materiale può essere strappato, disfatto, compresso e manomesso senza preoccupazione, in quanto non dovrà essere recuperato.
b) i locali entro cui si lavora sono angusti (locali caldaie, cavedi, cunicoli) ovvero la posizione del materiale particolarmente negativa per lo spolverio (controsoffitti).
c) il materiale asportato presenta caratteristiche di vetustà sia come prodotto, sia come contenuto in sostanze estranee (polveri, fuliggine o incombusti).

7. Concentrazioni ambientali
A) Livelli di esposizione negli ambienti di lavoro.
Nonostante un metodo di riferimento per la determinazione delle MMVF aerodisperse negli ambienti di lavoro sia stato introdotto solo recentemente, numerose indagini ambientali sono state effettuate negli impianti produttivi di lana di vetro e roccia; nella tabella 1 sono riportate le concentrazioni medie di fibre respirabili riscontrate in impianti europei per la produzione di lana di roccia e di vetro, in diversi periodi.

I valori delle medie aritmetiche calcolati in indagini su diversi impianti sono tra loro abbastanza omogenei e danno valori intorno a 1/10 di fibra per cm3; si differenzia il valore trovato nel 1980 su un impianto di produzione di lana di roccia con un valore molto prossimo ad una fibra per cm3.
Nelle tabelle 2, 3, 4 e 5 dono indicati i risultati delle indagini effettuate in tre stabilimenti in Italia; i risultati sono divisi tra prelievi per stabilire l'inquinamento dell'aria degli ambienti di lavoro e prelievi per valutare l'esposizione lavorativa degli addetti nei tre stabilimenti esaminati. Per un dettaglio espositivo i risultati sono stati suddivisi anche per le diverse aree lavorative degli stabilimenti e, per quanto riguarda gli addetti, per le differenti mansioni.

Interessante risulta l'esame dimensionale delle fibre rilevate con indicazione delle presenze percentuali delle fibre nelle varie classi granulometriche (tab. 6); si evidenzia come le fibre pi presenti (circa l'80%) sono quelle con diametri tra 1 e 5 micron mentre le lunghezze pi frequenti sono tra 10 e 30 micron. In una ulteriore tabella (n. 7) sono riportate le concentrazioni di MMMF aerodisperse nelle fasi applicative.; in queste situazioni, in qualche caso, si sono riscontrati valori abbastanza elevati, e comunque sempre al di sotto di una fibra, soprattutto allorché i materiali erano costituiti da lane minerali friabili.

B) Livelli di esposizione negli ambienti di vita.
La valutazione dell'eventuale inquinamento da fibre di vetro dell'ambiente di vita deve tenere conto di due situazioni tra loro ben differenti: la prima situazione quella che si riferisce all'ambiente di vita in generale, agli spazi aperti dove si é già detto le fonti inquinanti sono essenzialmente dovute alle emissioni degli stabilimenti di produzione ed alle emissioni più diffuse, legate alle fasi di installazione di manufatti e, soprattutto, alle fasi di demolizione dei manufatti contenenti le lane di vetro e di roccia; la seconda situazione quella che si verifica nell'indoor, dove l'inquinamento da fibre di vetro può essere dovuto all'impiego di vari materiali coibentanti nelle canalizzazioni di conduzione di aria condizionata. Per quanto riguarda la prima situazione una valutazione dell'inquinamento tutt'altro che facile.

Le indagini per il controllo della presenza di fibre aerodisperse possono essere fatte utilizzando sistemi di analisi che fanno ricorso alla microscopia elettronica a scansione con sistemi di analisi puntuale a raggi X; sono sistemi di analisi particolarmente laboriosi e costosi. Sono stati spesso utilizzati per il controllo della presenza delle fibre di amianto, ma molto pochi sono i casi di indagini finalizzate al controllo delle fibre di vetro.
Nel 1971 fu eseguita una ricerca per valutare le dispersioni di fibre vetrose, all'esterno di tre edifici, originate dalla possibile erosione da sistemi di trasporto d'aria rivestiti con pannelli in fibre di vetro.

Furono prelevati alcuni campioni d'aria di livello dei tetti posti nel campus dell'Università californiana di Berkeley, nonché altri campioni d'aria in altre zone.
Il metodo analitico stato la microscopia ottica a contrasto di fase e l'analisi petrografica.
Le concentrazioni medie delle fibre vetrose a livello dei tetti sono risultate dell'ordine dello 0,27 ff/l (fibre per litro) con un intervallo compreso tra 0,05 e 1,2 ff/l.
I risultati di queste ultime determinazioni potevano però includere anche fibre differenti da quelle di vetro ed avevano perciò carattere solo indicativo.

Lo stesso autore ha pubblicato nel 1976 i risultati di uno studio successivo nel quale i livelli atmosferici delle fibre vetrose sono stati determinati in 36 campioni di aria/ambiente prelevati in varie località della California.
I conteggi delle fibre vetrose sono stati eseguiti combinando i conteggi a microscopio ottico delle fibre con diametri maggiori di 2,5 micron, con i conteggi a microscopio elettronico delle fibre con diametri uguali o minori di 2,5 micron.
La concentrazione media delle fibre vetrose risultata di 2,6 ff/l ed era circa 1/3 del materiale fibroso totale nei campioni. Uno studio del 1985 riporta i risultati di un'indagine finalizzata a determinare l'entità dell'inquinamento da fibre vetrose in una località rurale ed in tre città nella Germania Federale.

Sono stati prelevati da 9 a 21 campioni di aria/ambiente in ciascuna posizione, le analisi dei campioni sono state eseguite con il TEM(Transmission Electron Microscope).
La concentrazione media delle fibre vetrose variava da un minimo di 0,04 ff/l nella località rurale ad un massimo di 1,7 ff/l in una delle tre città . I diametri medi delle fibre vetrose erano compresi nell'intervallo tra 0,25 a 0,89 micron.
Altre indagini sono state condotte ma senza un riferimento preciso alle fibre di vetro, in quanto mirate al controllo della presenza delle fibre minerali, sia naturali che artificiali, e tra quelle artificiali non possibile conoscere l'apporto delle fibre vetrose.

Per quanto riguarda l'inquinamento da fibre vetrose negli ambienti confinati (indoor) si é già detto che questo é direttamente correlato al rilascio di fibre da coibentazioni per l'isolamento e da filtri negli impianti di aerazione.
In una recente rassegna vengono riportati (tab. 8) i risultati di una serie di indagini effettuate in ambienti confinati per la valutazione di MMMF.
La Clinica del lavoro di Milano ha eseguito alcune indagini in spazi confinati al fine di valutare le dispersioni di fibre vetrose da soffitti coibentati da MMMF.

Sono state controllate le stazioni sotterranee della metropolitana milanese e vari uffici in un industria metalmeccanica.
Nella metropolitana milanese 14 stazioni presentavano controsoffittature in vari tipi di amianto e 4 stazioni in fibre vetrose.
I pannelli vetrosi contenevano fibre con diametri compresi tra 15 e 8 micron con limitate proporzioni (0,5-3%) di fibre vetrose respirabili.
In queste stazioni sono stati eseguiti complessivamente 18 campionamenti ambientali statici; le determinazioni sono state eseguite con microscopia ottica a contrasto di fase.

I risultati possono essere così sintetizzati: in una stazione (6 prelievi) le concentrazioni atmosferiche delle fibre vetrose respirabili sono risultate comprese nell'intervallo tra 1,5 e 1.0 ff/l, nelle restanti stazioni tali concentrazioni sono risultate tutte inferiori a 1 ff/l.
Gli uffici dell'industria metalmeccanica in numero di 15, presentavano ai soffitti coibentature in fibre vetrose con diametri per il 95% circa compresi tra 20 e 5 micron; in 2 uffici tali coibentature erano visivamente deteriorate.

Negli uffici con coibentature integre le concentrazioni numeriche nell'atmosfera delle fibre vetrose regolamentate sono risultate comprese tra 2,2 e 1,1 ff/l; negli uffici con coibentature deteriorate le concentrazioni sono risultate comprese tra 2,8 e 2,4 ff/l.
Alcuni autori hanno effettuato delle prove in una galleria del vento appositamente studiata per valutare il grado di inquinamento causato dai pannelli in lana di vetro utilizzati per la coibentazione.
Si dimostrato che pannelli non trattati determinano un inquinamento calcolato tra 200/500 ff/l per mq di superficie esposta alla movimentazione dell'aria. Le prove effettuate su superfici trattate con velo hanno fatto rilevare una dispersione di fibre del tutto trascurabile, non valutabile a livello quantitativo e comunque dello stesso ordine di grandezza del fondo.

TABELLA 2
Concentrazioni di fibre aerodisperse presso i tre stabilimenti esaminati (prelievi ambientali)
Ambiente Linea di Sala Magazzino Zona carico
produzione Controllo merci

Stabilimento A................................. 0,07 0,02 0,07 0,02
Stabilimento B................................. 0,03 0,03 0,06 0,03
Stabilimento C................................. 0,03 0,01 0,06 0,01
8. Metodiche di analisi.
E' da poco tempo che il controllo dell'esposizione negli ambienti di lavoro alle fibre minerali artificiali viene effettuato attraverso il conteggio delle singole fibre con un'indicazione delle caratteristiche dimensionali delle stesse per una valutazione di quelle respirabili (fibre regolamentate, lunghezze maggiori di 5 micron, diametri minori di 3 micron e rapporti di allungamento maggiori o uguali di 3). Fino a poco tempo fa infatti il controllo, mirato soprattutto agli impianti di produzione, veniva effettuato attraverso una valutazione ponderale del materiale particolato aerodisperso. E' da poco tempo pertanto che sono stati messi a punto dei metodi d'analisi per la valutazione del numero di fibre aerodisperse, come quello di riferimento introdotto per iniziativa del WHO (1981) che un metodo di microscopia ottica in contrasto di fase. Per la valutazione dell'inquinamento da fibre nell'ambiente di vita l'impiego della microscopia ottica a contrasto di fase non pi sufficiente ma si deve ricorrere alla microscopia elettronica a scansione (SEM) o alla microscopia elettronica a trasmissione (TEM).

Per valutare il livello di contaminazione di fibre vetrose nell'ambiente di vita si conteggiano le fibre con le dimensioni di quelle regolamentate, essendo il limite inferiore del diametro compatibile con il potere risolutivo del microscopio utilizzato che si ricorda , a livello teorico, per il microscopio a contrasto di fase di 0,25 micron, per il SEM 0,05 micron, e il TEM 0,005 micron.
E'evidente come la differente possibilità risolutiva dei 3 apparecchi analitici sopra riportati condizioni fortemente le valutazioni finali e come di conseguenza la microscopia analitica a trasmissione con il maggior potere risolutore e capacità di identificazione (TEM con area selezionata a diffrazione di elettroni (SAED) e analisi ai raggi X a dispersione di energia o a dispersione di lunghezza d'onda (EDXA) sia la metodica migliore per l'analisi delle fibre nell'inquinamento generico dove le fibre vetrose costituiscono solo una piccola frazione di particolati aerodispersi fibrosi e non.

CAPITOLO II - VALUTAZIONI IGIENICO-SANITARIE ED AMBIENTALI

Vengono esaminati separatamente l'effetto cancerogeno e gli altri effetti di
interesse sanitario.
1. Effetto cancerogeno. La valutazione dell'effetto cancerogeno associato alla esposizione a fibre minerali artificiali basato essenzialmente sulle conclusioni espresse dalla Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) con la monografia n. 43 del 1988.
Nel luglio 1990 si espressa al riguardo anche la Commissione consultiva tossicologica nazionale dei Ministero della Sanità , mentre una discussione approfondita tuttora in corso presso la C.E.E. da parte dell'apposito Gruppo classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose.

IARC
La cancerogenicità per l'uomo delle fibre minerali stata oggetto di una serie di studi epidemiologici, passati in rassegna dalla IARC (1988), che ha formulato le seguenti conclusioni: a) non stato osservato alcun aumento della frequenza del mesotelioma fra i lavoratori addetti alla produzione di fibre artificiali;
b) per quanto attiene il tumore polmonare, la situazione può essere così riassunta:
- Lana di vetro Il principale studio sui lavoratori della lana di vetro condotto negli USA ha mostrato un leggero incremento della mortalità per tumori respiratori, rispetto ai tassi di riferimento della popolazione locale. La mortalità per tumori respiratori aumentava con il tempo trascorso dalla prima esposizione, ma non era correlata con la durata dell'esposizione n con una stima dell' entità dell'esposizione a fibre, pesata per il tempo.

Una sottocorte costituita dai lavoratori esposti a fibre di piccolo diametro mostrava un pi elevato rapporto standardizzato di mortalità per tumori respiratori, rispetto ai soggetti non esposti; tale rapporto aumentava con il tempo trascorso dalla prima esposizione. N l'incremento complessivo n alcuno di questi trend risultava significativo in termini statistici.
Nello studio europeo multinazionale, complessivamente non si verificava alcun eccesso di mortalità per tumore polmonare, rispetto ai tassi regionali. La mortalità per tumore polmonare mostrava un incremento statisticamente non significativo con il tempo trascorso dalla prima esposizione, ma non era correlata con la durata dell'esposizione o con diverse fasi tecnologiche implicanti diversità nell'intensità e qualità dell'esposizione.

Uno studio dei lavoratori della lana di vetro in Canada mostra una mortalità per tumore polmonare sostanzialmente accresciuta, significativa in termini statistici, ma non correlata con il tempo trascorso dalla prima esposizione n con la durata dell'esposizione.

- Filamento di vetro
Fra i lavoratori del filamento di vetro dello studio americano, non si osservò alcun eccesso di tumori respiratori, e nello studio europeo non si ebbero eccessi di tumore polmonare; in nessun dei due studi si ebbero correlazioni con il tempo trascorso dalla prima esposizione n con la durata dell'esposizione. Nello studio americano inoltre non si osservava alcun trend con una stima dell'esposizione pesata per il tempo.

- Lana di roccia e lana di scoria
Negli studi considerati non stato possibile distinguere gli effetti dell'esposizione a lana di roccia e lana di scoria. Ci si riferisce pertanto ad entrambe con la notazione lana di roccia-scoria.
Lo studio relativo agli addetti alla lana di roccia-scoria negli USA per il vecchio processo produttivo Batch ha mostrato un incremento della mortalità per tumori respiratori statisticamente significativo, rispetto ai tassi locali. In questa coorte, tuttavia, non cera correlazione con il tempo trascorso dalla prima esposizione, la durata dell'esposizione ed una stima dell'esposizione a fibre pesata per il tempo.

OMISSIS
I testi delle leggi qui pubblicate non sono coperti dai diritti d'autore ai sensi dell'art. 5 della Legge 22/04/1941 n. 633.
  LA PUBBLICAZIONE DI QUESTI TESTI NON HA CARATTERE DI UFFICIALITA'